L'Amianto nell'Italia malata
Le industrie che inquinano
Ci sono zone della nostra penisola in cui sono più evidenti gli effetti dell'inquinamento come alcune specifiche aree: tra queste Casale Monferrato in provincia di Alessandria, dove era in funzione l'azienda Eternit che produceva l'omonimo materiale isolante. E' stata fatta anche una specifica diagnosi delle oltre mille morti dagli anni ottanta ad ora. Si tratta del mesolioma: il gradino precedente il tumore. Il mesioloma ha una latenza anche di trenta anni. Alcuni, di quella zona del Piemonte, se la sono cavata con l'asbestosi, malattia polmonare che non sempre evolve in tumore; ma non tutti sono stati così fortunati. Negli anni settanta nei cortili delle case c'erano cumuli di polverino Eternit. I responsabili della fabbrica, dicono da quelle parti, sapevano tutto ma non hanno fatto niente per impedire una intossicazione mortale a livello epidemico.Un altro sito di questa penisola avvelenata è costituito da un paese accanto al quale è stata costruita una fabbrica di un noto gruppo chimico. Un altro esempio è il polo petrolchimico di Gela voluto dal 'ricercatore italiano di petrolio' Enrico Mattei. Ma ciò che ha veramente avvelenato l'Italia negli ultimi cinquanta anni è stato l'amianto.
Fibre aerodisperse dovuta all'erosione delle rocce che contengono lo stesso amianto, dovute agli agenti atmosferici, sono state scoperte nell'alta Val Malenco, in provincia di Sondrio. Inoltre un tipo di amianto, il crisolito, veniva estratto dai giacimenti piemontesi nella miniera a cielo aperto di Balangero, a Nord-Ovest di Torino. Anche in Val D'Aosta era presente un giacimento, ubicato presso la miniera di Settarme-Chassant nel Comune di Emarèse, ad una altitudine di 1370 metri s.l.m. Quest'ultima è stata aperta dal 1872 al 1970 a fasi alterne. Ma vediamo un momento nei particolari cosa è questo minerale: le rocce di amianto sono costituite da fibre il cui asse nel giacimento è parallelo rispetto alla vena nelle rocce di tipo a serpentina, mentre nelle rocce di tipo litoclasi le fibre di amianto nella roccia risultano perpendicolari alla vena estrattiva. Le miniere di amianto possono essere a galleria o a cielo aperto. Le fibre sono conosciute per la loro sorprendente resistenza al fuoco e agli agenti chimici, hanno una quasi inesistenza conducibilità elettrica, quindi non si elettrizzano e possono essere nel caso di funi e corde sottoposta e trazione senza che se ne alteri la struttura.
La scoperta della tossicità del minerale amianto è remota nel tempo. Ma partiamo dal manuale di mineralogia e vediamo cosa é l'amianto. Il nome latino Asbestos significa indistruttibile. L'amianto è stato impiegato anche nella metallurgia per la costruzione di materiale di attrito dei freni e delle frizioni di locomotive e di vagoni ferroviari comunemente chiamati “ferodi”, e nei rivestimenti plastici tipo “linoelum”. Infine ha unatrovato impiego nella produzione di mastici. E' stato usato per decenni ignorandone la tossicità e tutt'oggi anche se oggi nel nostro Paese l'amianto è bandito esistono ancora moltissimi edifici in cui esso è presente e la pericolosità consiste nel fatto che queste fibre possono essere rilasciate dal manufatto e diffondersi nell'aria, finendo con l'essere respirate. Da questo punto di vita l'amianto in forma friabile è quello più pericoloso.Si riteneva che l'amianto fosse innocuo; forse perché le micro particelle in cui si scinde se sottoposto ad usura non sono visibili ad occhio nudo. O forse perché grandi opere del passato videro l'amianto protagonista: la coibentazione del transatlantico Queen Mary nel 1932 per esempio. Oppure per il fatto che in quel periodo storico era già stato usato nelle metropolitane di Parigi e Londra in sostituzione di materiali infiammabili: ma allora poco si sapeva della tossicità di questo minerale.
Le specifiche proprietà fisiche e chimiche dell'amianto ne hanno favorito un impiego massiccio, e la fibbra grezza veniva lavorata per molti e diversi usi. Successivamente è stato scoperta la pericolosità dell'amianto e con la Legge 257/1992 se ne é dichiarato la cessazione dell'impiego e lo smaltimento controllato di quanto ancora presente nell'ambiente. Questa Legge è conosciuta con il nome di “Piano di protezione dall'amianto” e ha comportato specifiche azioni di formazione dei soggetti con potenziale esposizione all'amianto nelle fasi di smaltimento finale dei rifiuti. Ora sappiamo che l'amianto è nocivo: ne abbiamo preso coscienza venendo a conoscenza della pericolisità costituita dal fatto che questo minerale può rilasciare fibre potenzialmente inalabili. Gravi patologie possono essere innescate con danni spesso irreversibili all'apparato respiratorio. L'amianto si può presentare sotto forma di vernice applicata, o allo stato solido; può essere compatto o friabile. Massimamente pericoloso l'amianto friabile anche se sottoposto alla semplice pressione delle dita: questo amianto può rilasciare spontaneamente fibre.
Questo pericoloso minerale dovrebbe farci riflettere sul fatto che talvolta le ragioni economiche e la salute pubblica non sussistano sullo stesso piano: l'amianto si presentava come un materiale economico e utile, per certi versi difficilmente sostituibile con altri manufatti. A distanza di quindici anni dal promulgamento della Legge in materia il pericolo non è affatto superato: i materiali per edilizia contenenti amianto sono ancora diffusi nonostante i divieti succitati. Fortunatamente nei nostri giorni sono piuttosto occasionali le esposizioni professionali che si verificavano negli anni passati: il problema del nostro tempo, riguardo l'amianto, è quello delle basse esposizioni, solitamente non professionali dovute a dispersione nell'ambiente. Occorre pensare che subiamo i danni dell'amianto in modo passibile e che non è una norma comportamentale ad indurci a ciò. L'amianto è dovunque intorno a noi, quindi semplicemente vivendo nelle nostre case, senza alcun comportamento specifico, siamo esposti alla dannosità di questo materiale, usato indiscriminatamente per anni, nonostante se ne conoscesse la potenziale tossicità.
Sembra incredibile ma l'aria all'interno delle case risulta più tossica, per numero di fibre di amianto disperse, che l'aria all'esterno degli edifici. Se uno dice: in strada c'è lo smog che inquina, se sto chiuso in casa sono al sicuro. L'amianto contraddice tutto questo: il rischio è proprio insito nello stare in casa. L'amianto delle intercapedini e dei rivestimenti potrebbe risultare tossico per la salute, anche in caso di brevi esposizioni, o esposizioni limitate. Se soggetto ad usura del tempo, già di per se questi pannelli di amianto risultano essere pericolosi: Infatti a causa dello stress termico a cui sono sottoposti, i pannelli possono cedere fibre sotto forma di particelle aeree, causa di malattie già pericolose comew l'asbestosi, causata appunto dalla penetrazione di fibre di amianto, minuscole ed indistruttibili, all'interno del tessuto polmonare. In forza della sua resistenza chimica specifica, le fibbre di amianto rimangono intatte all'interno dei polmoni e causano danni che possono portare a tumori.
Ma vediamo cosa dice la Legge: dal 26 settembre 2006 sono in vigore norme più severe per tutelare i lavoratori dal rischio amianto: Il Decreto Legge prevede che un datore di lavoro nel momento in cui intraprende lavori di demolizione o di manutenzione, si accerti della presenza di amianto, e nel caso sussista, dice la Legge, anche un solo minimo dubbio sulla presenza di amianto, allora provveda a tutte le misure necessarie per eliminare o ridurre i rischi per la salute dei lavoratori. I datori di lavoro devono provvedere anche alla formazione teorica dei propri lavoratori “rimandandoli a scuola”, presso centri di formazione appositi, poiché possano apprendere in cosa consiste il problema amianto e il rischio che questo minerale comporta.I lavoratori impareranno a trattare in modo sicuro l'amianto da rimuovere: infatti la rimozione di vecchio amianto è la situazione potenzialmente più pericolosa per i lavoratori: nel momento in cui l'amianto si scinda in fibe mentre viene tagliato c'è una grande dispersione di particelle.
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