lunedì 6 ottobre 2008

Auto a idrogeno

Auto a idrogeno

Arrivano le nuove auto

 

La nostra epoca ha visto un incremento dei trasporti su base globale, accompagnato da un relativo aumento dell'inquinamento, costituito da tracce chimiche della combustione dei  carburanti. Si stanno studiando nuovi tipi di carburanti per auto-trazione: si parla molto attualmente delle auto ad idrogeno; L'idrogeno infatti, se combusto in appositi motori per auto, non crea il particolato, elemento inquinante dell'aria che respiriamo, ma piuttosto produce anidride carbonica. Non sarebbe un nostro problema se non fosse per il fatto che l'anidride carbonica è il nemico numero uno dello strato di ozono, elemento vitale che circonda il globo terracqueo. Infatti il famoso “buco nell'ozono” di cui si parlò molto come effetto dell'inquinamento atmosferico alcuni anni fa, è causato dall'anidride carbonica immessa nell'aria anche tramite i nebulizzatori che la  contengono sotto forma di spray.

 

Immessa in atmosfera l'anidride carbonica prodotta dalle auto ad idrogeno sarebbe comunque dannosa. Meno inquinante è la tecnologia “Fuel Cell”, batterie chimiche capaci di produrre energia elettrica combinando l'idrogeno con l'ossigeno dell'aria. L'idrogeno non è una fonte di energia bensì un mezzo per ottenterla, quindi un vettore energetico, una batteria chimica capace di conservare l'energia e di rilasciarla quando viene richiesta; in altre parole si tratta di un sistema per immagazzinare e trasportare l'energia: il recupero di energia può quindi avvenire bruciando l'idrogeno, ottenendo energia sotto forma di calore, o sotto forma di elettricità con l'uso di motori a celle di combustibile. L'unico prodotto di scarto generato sarebbe acqua anziché l'anidride carbonica. Ma per passare all'idrogeno dovremmo spendere molto in infrastutture atte ad operare con questo gas, consumando energia per costruirle; inoltre tali infrastrutture implicherebbero un rischio ambientale: si tratta infatti di un gas altamente infiammabile ed esplosivo. Occorre però ascoltare anche l'opinione di chi dichiara che il problema dell'inquinamento urbano causato da polveri sottili scomparirebbe, se il parco auto circolanti fosse composto interamente da auto a idrogeno. Ma occorre dire anche che in tal modo l'inquinamento si accentrerebbe presso i siti di produzione dell'idrogeno, divenendo quindi delocalizzato rispetto alle auto. Occorre valutare con attenzione questo parametro in quanto l'impatto ambientale finale sarà evidente. Le auto di questo futuribile combustibile non rilasceranno emissioni inquinanti; l'unico scarto sarà vapore acqueo. Rimarrebbero invariati i consumi, e anche alla luce dei nuovi sistemi per produrre energia, pianificando i costi complessivi, si denota che data una certa quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili, risulta più vantaggioso usarla per i consumi domestici e utilizzare i combustibili tradizionali per i trasporti, anziché usare questi combustibili per produrre idrogeno del nuovo tipo di auto.

 

Per contro gli scienziati affermano che nell'economia prossima ventura delle auto ad idrogeno il gas stesso verrà prodotto con un nuovo sistema denominato elettrolisi, che consiste nell'utilizzo di energia elettrica per scindere l'acqua ed ottenerlo; inoltre questa energia elettrica necessaria sarà prodotta da fonti rinnovabili quali gli impianti eolici e solari.

Dal colosso tedesco delle auto, la BMW, fanno sapere che un certo numero di auto con possibilità di effettuare rifornimanti a idrogeno: l'indispensabile compresenza di due serbatoi ha fatto sì che il modello di auto scelta come prototipo fosse una berlina ed ha optato per la nuova della serie 7, il modello di maggiori dimensioni della BMW. Si è pensato ad una doppia propulsione per superare il potenziale ritardo nelle infrastrutture che verranno dotate di erogatori di idrogeno. Già nel 2004 avevamo visto al salone internazionale dell'auto a Parigi un modello innovativo: si tratta della H2R, veicolo in grado di una autonomia di 300 kilometri con una sorprendente accellerazione da fermo: sei secondi per raggiungere i centro kilometri orari. Ma la BMW sembra la unica ad essere ottimista; secondo l'Unione Petrolifera le automobili elettriche oltre che quelle a idrogeno liquido non avranno successo; constituiranno infatti una esigua quota di mercato che vedrà il gasolio per autotrazione impiegato nel 43% del parco circolante. Sarà lUnione Petrolifera ad effettuare una scelta aziendale quando si tratterà di porre in funzione sul territorio in maniera capillare i distributori del nuovo combustibile, sia esso  idrogeno, metano o biocarburante ed è difficile progettare una produzione di massa di automobili ecologiche in assenza di distributori. A chi si chiede come sarà andare a fare “il pieno di idrogeno”, diremo che il tempo necessario sarà lo stesso in cui si riempie un serbatoio di gas gpl o metano. Occorre sottolineare che già esistono distibutori di idrogeno per un limitato numero di auto circolanti oggi; di solito si tratta di auto blu o di auto aziendali. Ma l'idrogeno non è il solo combustibile che le nuove autovetture potranno adottare: alcune infatti funzioneranno a “Biofuel”: Questo bioetanolo viene ricavato dal latte e, in Nuova Zelanda, lo stabilimento Fonterra's Edgecumbe è attualmente capace di una produzioine di 30mila litri di bioetanolo al giorno. Un nuovo carburante prodotto dagli scarti di legno è attualmente allo studio presso Luniversità della Georgia; il carburante non ha ancora un nome e potrà essere miscelato con il biodisel, con i tradizionali diesel e benzina.L'aspetto innovativo di questo addittivo sarà che potrà essere usato nei tradizionali motori Diesel che non necessiteranno di modifiche; inoltre è  prodotto a basso costo, non ha un impatto ambientale negativo, ed è, anzi facile e sicuro da produrre. In Giappone hanno adattato l'idea ad i loro usi: ricicleranno milioni di bacchette di legno usate tradizionalmente da loro come posate domestiche, per farne biocarburante. Nel Paese verranno distribuiti appositi contenitori dove riporre le bacchette da cibo usate per inviarle allo stoccaggio. Mentre da una parte si progetta dall'altra già si costruisce: in Brasile infatti il bioetanolo viene utilizzato come alternativa alla benzina e ai derivati tradizionali del petrolio.

Si tratta di un etanolo prodotto fermentando prodotti agricoli come i cereali; il prodotto risultante viene utilizzato senza modificare il motore se in una specifica percentuale. L'utilizzo di questo elemento abbassa notevolmente le emmissioni di anidride carbonica. Ma attualmente assistiamo anche ad un altro progresso, riguardo alle autovetture non inquinanti: in India si sta lavorando alla progettazione di una futuribile auto elettrica, infatti esiste una mini car elettrica a emissioni inquinanti zero a lanciare la sfida nella corsa all'auto ecologica, si tratta di un veicolo prodotto in India dalla Reva Electric. Ne hanno sperimentato 2000 modelli, in Europa oltre che in India, e i test hanno dato risultati positivi; dalla azienda produttrice fanno sapere che vogliono chiudere il 2007 con la produzione di tremila auto elettriche mentre la proiezione aziendale del prossimo anno sarebbe di trentamila unità prodotte. Il petrolio, sottolineano alla Reva Elettric costa intorno agli 80 dollari al barile, (livello massimo raggiunto quest’anno, N.d.R.) e potrebbe toccare i 100 dollari al barile, e il problema dell’inquinamento nel centro delle città è serio. Appare chiaro come anche un Paese in forte via di sviluppo come l’India sia sensibile al problema dell’inquinamento e della tutela dell’ambiente, visto attraverso la lente del risparmio energetico. L’India è una Nazione complessa, con grandi centri urbani ad alta densità di popolazione, vere e proprie metropoli come Nuova Delhi e appare chiaro che occorre reinventare l’idea di mobilità urbana, visto l’alto tasso causato in questi agglomerati urbani dalle emissioni di Co2.

 

La nuova auto elettrica potrà raggiungere la velocità di 80 km orari, sarà omologata per 4 posti e rientra negli incentivi varati dai governi in diversi Paesi europei per l’acquisto di auto non inquinanti. In testa a questa campagna di incentivi il caso del Giappone: i proprietari di auto elettriche riceveranno un finanziamento di circa 2,600 dollari dallo Stato, pari a 2000 euro. Ma da Londra arriva una novità: una supercar elettrica capace di una accelerazione sorprendente, da zero a cento km orari in soli 4 secondi; questo innovativo modello elettrico apre la strada ad una rivoluzione ecologica e, forse già fra un anno la vedremo competere con le classiche supercar Porsche e Ferrari; questa auto elettrica infatti raggiungerà punte di 209 km orari, pari, nel panorame delle supercar nazionali, alla Ferrari 575 Maranello: il tutto però, senza usare carburanti tradizionali. Si chiamerà Lightning, (fulmine, N.d.R.) e la potenza di settecento cavalli sarà erogata da 30 batterie ricaricabili in solo dieci minuti, e che forniranno un’autonomia che permetterà di percorrere oltre 400 km. Inoltre queste batterie funzioneranno per dodici anni senza bisogno di manutenzione. Non più solo auto elettriche che sono utilitarie con basso profilo di prestazioni ma una vera auto sportiva che permetterà di risparmiare, a parità di consumi con carburanti tradizionali, circa 15 mila euro l’anno. Naturalmente sarà equipaggiata come un’auto di lusso con rifiniture in alcantare e sedili in pelle, avrà il navigatore satellitare e l’impianto predisposto per l’I-Pod,e sarà dotata di ogni comodità. I quatto motori elettrici HI-Pa Drive, saranno montati direttamente sui mozzi delle ruote da 50 cm, e saranno monomarca, permettendo quindi una ripresa eccezionale da auto ferma.

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